In conclusione del concerto di ieri, le parole di Omer Meir Wellber e di Leoluca Orlando:

«Vincere è bello, però non si deve dimenticare che c’è un prezzo, un prezzo che qualcuno ha pagato, un prezzo che comunque prima o poi si pagherà. I vincitori sono bravi, ma ci sono anche dei perdenti: non voglio essere un vincitore assoluto se c’è un perdente assoluto. I vincitori hanno sempre delle risposte, che possono essere pericolose o sbagliate. Io, da israeliano, non voglio vivere in una società in cui ci sono vincitori assoluti. Questo messaggio, che oggi a Palermo condivido con il sindaco, è un messaggio molto attuale: dalla Sicilia vogliamo mandare un messaggio di solidarietà». Sono queste le parole che Omer Meir Wellber ha rivolto al pubblico durante il concerto di inaugurazione della stagione concertistica sinfonica nella Sala Grande del Teatro Massimo di Palermo con l’Orchestra e il Coro del Teatro Massimo, Maestro del Coro Piero Monti, presentando la cantata per mezzosoprano, coro e orchestra Aleksandr Nevskij con il mezzosoprano Ekaterina Sergeeva, cantata che ha concluso con grandissima emozione la serata. Il programma prevedeva nella prima parte l’ouverture dall’opera La sposa dello zar di Nikolaj Rimskij-Korsakov e il Concerto in Do maggiore per pianoforte e orchestra n. 3 op. 26 di Prokofiev con il pianista Daniel Petrica Ciobanu, acclamato dal pubblico, tanto da concedere due bis, il primo dei quali era la Polka italiana di Rachmaninoff per pianoforte a quattro mani, eseguita insieme ad Omer Meir Wellber in un momento che rivelava una straordinaria sintonia e amicizia tra i due interpreti.

Per il presidente della Fondazione Leoluca Orlando (che al termine del concerto con il sovrintendente Francesco Giambrone ha presentato al futuro direttore musicale del Teatro Massimo il neo assessore alle Culture del Comune di Palermo, Adham Darawsha) «lo splendido concerto della magnifica orchestra e del magnifico coro del Teatro Massimo ha mostrato sabato sera  la straordinaria importanza della direzione affidata ad Omer Meir Wellber e ha registrato il significato della sua presenza stabile nei prossimi anni nella nostra città.
Wellber ha espresso, ha colto ed ha esaltato quello che definirei un “umanesimo musicale”, capace di coniugare straordinaria tecnica e sensibilità artistica con la dimensione umana e comunitaria di Palermo città di CulturE. Le parole e i gesti del Maestro restano indelebili nella memoria dell’entusiasta pubblico presente.
“Tutto si tiene” e Palermo conferma anche nel suo prestigioso Teatro lirico la propria missione: “Io sono persona, noi siamo comunità”».

Angela Fodale