“Nuove musiche”, al Teatro Massimo viaggio attraverso le musiche del Novecento. Da sabato dieci grandi appuntamenti dedicati al contemporaneo.
Nuove musiche. Si chiama così il Festival promosso dal Teatro Massimo di Palermo, in collaborazione con numerose istituzioni e realtà culturali, che prende il via dopodomani, sabato 21 novembre, per concludersi il primo dicembre. Nuove musiche, in ideale collegamento con quelle Settimane Internazionali Nuova Musica che, negli anni Sessanta, resero Palermo protagonista del dibattito musicale e culturale. Ma nuove anche perché propongono al pubblico brani recentissimi – alcuni dei quali commissionati nell’occasione dal Teatro Massimo – o interpretazioni che ribaltano ogni attesa, seguendo il filo di una contemporaneità sorprendente e mai scontata. Dieci appuntamenti che tessono Oriente e Occidente, che vedono tra i protagonisti il cantore del venerabile Dalai Lama Ngawang Tashi Bapu; Vladimir Luxuria per Chansons de Bilitis di Debussy; Cabaret Contemporain che interpreta Kraftwerk con strumenti tradizionali, e che propongono musiche che raccontano tutto il Novecento, da Luigi Nono a Sofia Gubaidulina, da Steve Reich a Salvatore Sciarrino.
Il Festival, giunto alla seconda edizione, è organizzato dal Teatro Massimo in collaborazione con l’Università di Palermo, il Conservatorio “V. Bellini” di Palermo, il Conservatorio “A. Scontrino” di Trapani, l’Ambasciata di Francia in Italia, l’Institut Français, l’Accademia di Belle Arti di Palermo, la Gaîté Lyrique di Parigi, e vede la partecipazione degli artisti dell’Orchestra, del Coro, del Corpo di ballo e del Coro di voci bianche del Teatro Massimo.
“Una manifestazione – dice Leoluca Orlando, sindaco di Palermo e presidente della Fondazione Teatro Massimo – che conferma il ruolo trainante che il Teatro svolge nel tessuto culturale della città, ma che anche rilancia il suo ruolo nel tessere rapporti e collaborazioni internazionali che pongono Palermo all’attenzione del grande pubblico e che ne fanno una delle città più vivaci e stimolante per la musica e le arti”.
“Un’occasione per conoscere la musica contemporanea – dice Francesco Giambrone, sovrintendente del Teatro Massimo – e per confermare l’attenzione del Teatro Massimo nei confronti dei linguaggi del contemporaneo. Un teatro che ha scelto la chiave dell’innovazione e della curiosità per il nuovo, senza barriere”. “Interpretazioni che ribaltano tutte le aspettative – aggiunge il direttore artistico Oscar Pizzo – incontri nei quali il pubblico viene portato a interrogarsi sulla paura o coinvolto nella coreografia dello spettacolo, con una salutare perdita dei punti di riferimento”.
La manifestazione si apre dopodomani, sabato 21 novembre alle 20.30, con un concerto affidato al direttore musicale del Teatro Massimo, Gabriele Ferro, con la partecipazione eccezionale del Cantore del Venerabile Dalai Lama, Ngawang Tashi Bapu; un programma che traccia le vie della trascendenza partendo dal Libro tibetano dei morti (Bardo Thodol) per procedere con le musiche di Glass, Stockhausen e Wagner.
Si prosegue domenica 22 novembre, alle 17.30, con “Kraftwerk-L’Uomo macchina”, rielaborazioni di opere dei Kraftwerk a cura di Cabaret Contemporain, gruppo parigino composto da cinque musicisti che sono anche compositori e improvvisatori. Insieme alla cantante svedese Linda Olah, il gruppo riprende le canzoni dei Kraftwerk, gruppo fondato a Düsseldorf nel 1970 da Ralf Hütter e Florian Schneider, entrambi allievi di Stockhausen, che ha avuto un’influenza fondamentale sul pop inglese, l’hip-hop e la techno. Sotto le loro dita creative basso, pianoforte, chitarra, tamburi cigolano, scricchiolano, trasformando il suono dei loro strumenti fino a evocare i suoni analogici degli anni ’70 e ricreandolo in una nuova dimensione legata alla possibilità di improvvisazione collettiva.
L’indomani, lunedì 23 novembre, alle 11.30, “Let’s Reich, Let’s Dance”, una nuova produzione del Teatro Massimo basata su Music for 18 Musicians, tra le composizioni più importanti del compositore statunitense Steve Reich. Un gioco che, partendo dall’impulso iniziale di un accordo, si svolge in più spirali ritmiche. In occasione di questa esecuzione, l’ascoltatore sarà chiamato non solo a essere passivamente invaso dall’onda sonora, ma a divenire parte di quell’oscillazione che è il suono: nascerà in tempo reale una coreografia vivace ed esilarante, che mira a liberare il corpo e le menti grazie all’unione di musica e danza.
Martedì 24 novembre alle 17.30 “Quadrifonie”, con alcuni brani commissionati dalla Fondazione Teatro Massimo ed eseguiti in prima assoluta, direttore Francesco La Licata: un incrocio di strade sonore, che vedono snodarsi le musiche di quattro compositori profondamente legati a Palermo: due di loro vi sono nati, Armando Gagliano Candela e Salvatore Sciarrino (che, applaudito in tutto il mondo, da decenni risiede in Umbria, a Città di Castello); il cagliaritano Lucio Garau, che vive a Palermo pur mantenendo un forte legame con la natia Sardegna; il catanese Emanuele Casale che insegna Composizione elettroacustica e Sound Design al Conservatorio “Bellini” di Palermo.
Mercoledì 25 e giovedì 26 novembre due appuntamenti dedicati a Sofia Gubaidulina, la più importante compositrice russa del Novecento.
Mercoledì 25 alle 21, nella Sala Scarlatti del Conservatorio Bellini, “Frammenti di visioni”, un progetto a cura della Fondazione Teatro Massimo e del Conservatorio, in collaborazione con “AlterAzione. Progetto donne per la musica”, un recente progetto didattico-artistico nato in seno al Conservatorio con lo scopo di focalizzare l’attenzione sul contributo creativo femminile alla musica – un contributo che ancora oggi, purtroppo, non ha sufficiente visibilità e riconoscimento – valorizzando in primo luogo il talento delle studentesse dell’Istituto. Da ciò l’idea di coinvolgere il dipartimento di Composizione del Conservatorio di Palermo, sollecitando le studentesse dei corsi più avanzati a comporre un brano liberamente ispirato ad Aus den Visionen der Hildegard von Bingen, lavoro per voce sola di contralto scritto da Gubaidulina nel 1994. Giovedì 26 alle 20.30 nella chiesa del Gesù di Casa Professa protagonista sarà proprio la musica di Sofia Gubaidulina.
Venerdì 27 alle 20.30 “A Floresta”, musiche di Luigi Nono. A Floresta é jovem e cheja de vida, del 1965, è un lavoro portante all’interno dell’opera del compositore, dal quale verrà la linfa vitale per molte composizioni successive, con il suo impegno e la partecipazione alle lotte anti-imperialiste di quegli anni. A presentare A Floresta sarà in collegamento video Luigi Pestalozza, musicologo autore di testi fondamentali sul Novecento musicale, che è stato amico di Nono.
Sabato 28 alle 20.30 “Paura della paura”, con il filosofo Maurizio Ferraris, che affronterà il ruolo della paura, e di tutto quello che vi si agita intorno (aver paura è bello o brutto? Si tratta di un’emozione positiva o negativa?) in un incontro che si muove intorno alla raccolta Death Speaks del compositore David Lang, tra i più affermati autori degli Stati Uniti degli ultimi anni.
Lunedì 30 novembre alle 20.30 “Selon Sade”, omaggio al compositore Sylvano Bussotti a distanza di cinquanta anni dall’esecuzione, il 5 settembre 1965, in prima mondiale, al Teatro Biondo di Palermo, de La Passion selon Sade. Lo spettacolo attrasse e scandalizzò, fin dal titolo, tanto che sui manifesti “Passion” venne sostituito con una X.
Infine, martedì 1 dicembre alle 20.30, nel foyer del Teatro Massimo, “Afrodite”, un programma che parte dalla sensualità della Francia di fine Ottocento di Debussy, con le Chansons de Bilitis su testi di Pierre Louys, per arrivare fino ai giorni nostri, con Aphrodite di Giorgio Battistelli che racconta le sofferenze amorose della cortigiana Criside nell’Alessandria del periodo ellenistico, e La via del Sexo di Nino Gennaro, del quale ricorre nel 2015 il ventennale della morte. Interprete ideale di questi personaggi che si muovono sempre in una dimensione ambigua e piena di suggestioni, audace e insinuante ma che non si sottrae all’impegno civile, è Vladimir Luxuria, che per La via del Sexo dialogherà con l’attore e regista Massimo Verdastro.