Comunicato Stampa, Palermo 14 maggio 2024
Il nuovo attesissimo allestimento di “Tristan und Isolde”
di Richard Wagner debutta il 19 maggio al Teatro Massimo di Palermo
Un cast di grandissimi interpreti: Nina Stemme, Michael Weinius, René Pape e Violeta Urmana A dirigerlo Omer Meir Wellber con la regia di Daniele Menghini
Una grande storia d’amore e morte che affonda le radici nel Medioevo ma ancora oggi di grande attualità: Tristan und Isolde, il dramma musicale in tre atti di Richard Wagner, su libretto dello stesso compositore, sarà in scena al Teatro Massimo di Palermo da domenica 19 maggio alle 18:30, per sei recite, fino al 31 maggio. L’opera di Wagner torna a Palermo dopo oltre 40 anni nel nuovo allestimento diretto da Omer Meir Wellber con la regia di Daniele Menghini e l’Orchestra, il Coro e il Corpo di ballo del Teatro Massimo.
L’opera che ha rivoluzionato il teatro musicale ottocentesco e le sue convenzioni torna sul palcoscenico del Massimo con un cast che vede eccezionali interpreti del canto wagneriano. La protagonista sarà il soprano svedese Nina Stemme, interprete di riferimento da oltre trent’anni del ruolo di Isolde, che a Palermo farà la sua ultima interpretazione del ruolo on stage. Accanto a lei un altro svedese, il tenore Michael Weinius (Tristan), Violeta Urmana, altra voce eccellente del canto wagneriano (Brangäne) , mentre Re Marke nelle prime due recite ha la voce del basso René Pape, straordinario interprete del ruolo. Nelle repliche si alterneranno con loro Samuel Sakker (Tristan) e Allison Oakes (Isolde), Irene Roberts (Brangäne) e Maxim Kuzmin-Karavaev (Re Marke). Kurwenal, servitore e amico fedele di Tristan, è Andrei Bondarenko mentre il baritono croato Miljenko Turk è Melot. Completano il cast Andrea Schifaudo (E in junger Seemann/Ein Hirt), Arturo Espinosa (Ein Steuermann) e Davide Tagliavini, che cura anche i movimenti coreografici. La scena, firmata da Davide Signorini, offre al pubblico la vista a nudo del grande palcoscenico del Teatro Massimo, disegnato dalle luci di Gianni Bertoli, dove tutti i cambi di scena sono operati a vista. I costumi sono di Nika Campisi, la drammaturgia è di Davide Carnevali, la drammaturgia dell’immagine è di Martin Verdross che è anche assistente alla regia, altro assistente alla regia Giovanni Ciacci. Assistente del direttore musicale è Tohar Gil. A istruire il Coro è il Maestro Salvatore Punturo, mentre il Corpo di ballo è diretto da Jean-Sébastien Colau.
Il nuovo visionario allestimento di Tristan und Isolde è firmato dal regista Daniele Menghini che è stato assistente di Robert Wilson, Davide Livermore e di Graham Vick. E proprio a Vick, che dal 2013 aveva portato in scena al Teatro Massimo in memorabili allestimenti l’intera Tetralogia e Parsifal, rende omaggio l’impianto scenografico. Il dispositivo teatrale, seguendo una suggestione del direttore musicale Omer Meir Wellber, evoca il legame ideale di Tristan und Isolde con I Capuleti e i Montecchi di Bellini, l’opera che ha inaugurato a novembre la stagione 2023-24 del Teatro Massimo. Un legame che passa da Shakespeare, uno dei due giganti (l’altro era Beethoven) ai quali Wagner tributava enorme ammirazione. Come quello di Romeo e Giulietta, l’amore di Tristano e Isotta si nutre della notte, fugge il giorno, ed è destinato a realizzarsi non nella vita ma nella morte. Come Amleto, Tristan und Isolde si conclude in una grande tragedia, che colpisce anche i personaggi secondari. Ecco quindi che nella versione di Daniele Menghini accanto a Tristano e Isotta, protagonisti di una storia che si ripete identica in ogni epoca si muovono i personaggi dei drammi shakespeariani: Amleto, Romeo e Giulietta, Bottom. Menghini con la sua regia compenetra queste vicende rievocando tutta la sensualità della scena del balcone di Romeo e Giulietta durante il duetto di Tristano e Isotta e facendo viaggiare nel tempo la coppia di amanti wagneriani, che indossano ora costumi elisabettiani, ora moderni.
“Il Tristano e Isotta di Wagner – dice il direttore musicale Omer Meir Wellber – rappresenta un momento di grande importanza per la musica di cui nel bene e nel male ha cambiato la storia. La complessità dell’opera, notoriamente tra le più difficili da mettere in scena, ne fa una delle proposte più impegnative della stagione del Teatro Massimo ma lo sarebbe per ogni altro teatro al mondo. La partitura tratta temi comuni quali l’amore, il tradimento, il perdono ma lo fa con una tale smisurata profondità da richiedere all’Orchestra, con la quale a Palermo siamo arrivati ad un livello molto alto di preparazione, di dar voce al subconscio dei personaggi, alla loro interiorità, svelandone i pensieri inespressi”.
“Tristan und Isolde torna sul palcoscenico del Teatro Massimo dopo 60 anni, con la direzione di Omer Meir Wellber, e riannoda il rapporto che lega Wagner a Palermo, la città che lo accolse e dove è ancora conservato l’armonium con cui compose il Parsifal – aggiunge il sovrintendente e direttore artistico Marco Betta. Tristan und Isolde segna la nascita della musica moderna e contemporanea e lega il suo nome all’accordo con cui Wagner investiga sul tempo della percezione, in una tensione che esprime l’eternità di un rapporto d’amore destinato a non concludersi mai. Una linea sospesa accende la luce di quest’opera, al centro il Tristan-Akkord poi un’altra linea di suono, due voci che diventano un’unica melodia, si toccano come in un lungo eterno abbraccio”.
L’opera, nella quale Wagner trasfigura la relazione con Mathilde von Wesendonck, fu composta tra il 1857 e il 1859, ed è definita dal suo stesso autore “un monumento all’amore”. All’amore che contrappone le scelte degli individui e le regole sociali, all’amore impossibile che si conclude con la morte degli amanti. Nella celeberrima lettera che il compositore scrisse a Liszt nel 1854 dichiara: «poiché in vita mia non ho mai gustato la vera felicità dell’amore, voglio erigere al più bello dei miei sogni un monumento nel quale dal principio alla fine sfogherò appieno questo amore”. E per raccontarlo Wagner prende spunto da uno dei miti medioevali più famosi, la vicenda romantica di Tristano e Isotta che narra le avventure di un cavaliere e di una principessa innamorati grazie ad un “magico” elisir. Wagner ne condensa la vicenda in tre atti: Tristano e Isotta si amano, al di là del bene e del male, e cercano con la morte di sublimare il loro amore e renderlo vivo in eterno. A questa trama si intreccia il filo conduttore del discorso musicale, quel flusso che opera una vera dissoluzione della scrittura operistica tradizionale ponendo le basi della musica moderna e contemporanea.
Prima del debutto la Fondazione ha previsto due incontri di introduzione all’ascolto in Sala ONU, martedì 14 maggio alle 18:00 con la scrittrice e drammaturga Beatrice Monroy per conoscere e approfondire il libretto insieme agli attori Rinaldo Clementi e Stefania Blandeburgo mentre giovedì 16 maggio, sempre alle 18:00 per gli incontri a cura dell’Associazione Amici del Teatro Massimo l’appuntamento è con il musicologo Pietro Misuraca, critico musicale e docente di “Storia della musica contemporanea” ed “Estetica musicale” nell’Università di Palermo che introdurrà all’ascolto di Tristan und Isolde.
L’opera ha una durata stimata di 3 ore e 40 minuti più due intervalli di 30 minuti ciascuno.
Sarà in scena fino al 31 maggio con il seguente calendario: 19 maggio (Turno Prime) ore 18:30; 22 maggio (Turno C) ore 18:30; 24 maggio (Turno F) ore 18:30: 26 maggio (Turno D) ore 17:30; 29 maggio (Turno B) ore 18:30; 31 maggio (Turno Opera) ore 18:30.
Biglietti: da 20 a 145 euro; Info: https://www.teatromassimo.it/event/tristan-und-isolde/
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Giovannella Brancato
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