COMUNICATO STAMPA
FATALITÀ
il balletto di Toni Candeloro
sul coraggio e il destino tragico delle donne che amano oltre le convenzione sociali
Con il Corpo di ballo del Teatro Massimo
27-31 luglio Sala Grande
Palermo 23 luglio 2025 – Quattro donne coraggiose e immortali, emergono dal vasto panorama della letteratura e del melodramma per diventare emblema di passioni ardenti e trasgressive. Giulietta Capuleti,Violetta Valéry, Anna Karenina e Carmen: personaggi di epoche e contesti diversi, accomunate da un destino fatale e da un amore che sfida ogni convenzione sociale. Sono le protagoniste di “Fatalità” il balletto del coreografo Toni Candeloro, prodotto dal Teatro dell’Opera di Tirana, che dal 27 luglio alle 21:00 sarà in scena al Teatro Massimo di Palermo con il Corpo di ballodiretto da Jean-Sébastien Colau. Un balletto intenso, diviso in quattro parti, dove ogni gesto racconta attraverso il linguaggio della danza contemporanea, l’amore, la passione, la ribellione e il sacrificio di queste donne immortali. Sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo il maestro Alessandro Ferrari dirige un coinvolgente intreccio di brani celebri: dalle struggenti note di Romeo e Giulietta di Sergei Prokofiev, alle emozioni liriche de “La Traviata” di Giuseppe Verdi, ai tormenti interiori di Anna Karenina sull’Andante dalla Quinta Sinfonia di Pëtr Il’ič Čajkovskij, fino ai temi da “Carmen” di Georges Bizet per la sezione dedicata alla gitana di Siviglia. Le scenografie sono firmate dallo stesso Candeloro, mentre i costumi atemporali sono di Edlira Qyshka, i video di Florian Canga e le luci di Vincenzo Traina. L’assistente alla coreografia è Enada Hoxha, prima ballerina del teatro albanese, che ha ideato il soggetto della coreografia. Le repliche proseguiranno fino al 31 luglio.In scena il Corpo di ballo del Teatro Massimo schiera due cast che si alterneranno nelle repliche. Nei ruoli principali a interpretare le quattro eroine si alterneranno Martina Pasinotti e Francesca Davoli (Giulietta, Traviata, Anna Karenina, Carmen). Completano i ruoli principali Giovanni Traetto ed Emilio Barone (Romeo); Alessandro Cascioli e Michele Morelli (Alfredo Germont); Andrea Mocciardini e Diego Mulone (Alexis Vronski); e sempre Diego Mulone per Don José; Marcos Rodríguez Ovejero (Escamillo). Completano il cast: Noemi Ferrante, Debora Di Giovanni Sabrina Montanaro, Noemi Ferrante, Fabio Correnti, Romina Leone, Michaela Colino, Daniele Chiodo, Vincenzo Carpino, Yuriko Nishihara, Dennis Vizzini, Gianluca Mascia.La coreografia – come si legge nelle note di sala – evidenzia come “in tutte queste storie, l’amore non è solo sentimento, ma scontro con una società rigida, patriarcale e giudicante. Queste donne, pur così diverse, incarnano un archetipo tragico: quello della donna che ama al di là delle regole, e che proprio per questo deve pagare. La fatalità non è solo un destino scritto nelle stelle, ma una condanna sociale travestita da moralità”. “Fatalità” non è solo una performance artistica, ma un messaggio potente contro la violenza e la sottomissione delle donne e un invito a riflettere sulla necessità di un cambiamento sociale, affinché le loro storie non abbiano più un epilogo fatale.
“Giulietta, Violetta, Anna Karenina, Carmen, non sono solo eroine della letteratura ma simboli femminili nei quali quattro scrittori si sono immedesimati per rappresentare la propria visione e la conoscenza di una donna” – diceToni Candeloro, personalità di spicco nel mondo della danza, riconosciuto non solo per la sua carriera internazionale come danzatore e coreografo, ma anche per la sua profonda ricerca sul repertorio dei Balletti Russi di Diaghilev – “Shakespeare, Dumas fils, Tolstoj, Mérimée – prosegue – reincarnano Giulietta, Violetta, Anna Karenina e Carmen … È da questa considerazione che sono partito quando Enada Hoxha mi ha proposto di raccontare questi quattro personaggi femminili tra i più immortali della cultura mondiale. Decisi quindi che sarebbe stata una sola danzatrice a interpretare tutti e quattro i personaggi, rafforzando così il ruolo dell’interprete che deve essere già a conoscenza diretta o precosciente delle passioni, dalle più dolci a quelle più strazianti che mettono alla prova l’anima di quelle donne che non muoiono mai”.
Toni Candeloro. Debutta giovanissimo come solista nel Corpo di ballo dell’Arena di Verona, in una creazione firmata da Birgit Cullberg. Poco dopo entra nel Ballet de Nancy, poi all’Opera di Zurigo, all’Opera di Bonn e in altre importanti compagnie. Parallelamente alla carriera da interprete inizia un intenso percorso come coreografo e coreologo, specializzandosi nella ricostruzione dei classici, in particolare delle opere di Marius Petipa e del repertorio dei Ballets Russes di Diaghilev, collaborando con artisti dell’ultima generazione diaghileviana. È ospite di prestigiosi teatri internazionali. Alicia Alonso lo invita al Balletto Nazionale di Cuba. Rudolf Nureyev lo vuole al suo fianco nel passo a due Le Chant d’un compagnon errant di Béjart. Ha danzato con partner come Carla Fracci, Alessandra Ferri, Luciana Savignano, Tamara Rojo, Galina Panova, Lucía Lacarra. Il suo repertorio spazia dal romantico al moderno, interpretando opere di Balanchine, van Manen, Kylián, MacMillan, Neumeier, Mats Ek, Cullberg, con ruoli creati per lui da coreografi quali Uwe Scholtz e Thierry Malandain. È considerato una figura unica nel mondo della danza: oltre che danzatore e coreografo, è stato scenografo, costumista, ideatore di mostre, ricercatore, curatore di convegni e pedagogo. Ha collaborato a pubblicazioni storiche e insegnato in accademie e università, tra cui il Conservatoire de Paris, l’Accademia Nazionale di Danza di Roma, la Vaganova di San Pietroburgo, l’Université Paris 8, l’EHESS, l’Università di Bologna. Collabora con musei internazionali come il Museo Teatrale alla Scala, il Mart di Rovereto, il Museo d’arte russa di San Pietroburgo. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Léonide Massine e il Premio Europa come miglior danzatore dell’anno (1987). Possiede una delle più importanti collezioni private dedicate alla danza, con materiali dal Cinquecento a oggi.
Alessandro Ferrari Nato a Milano, ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” della sua città, diplomandosi in violino, pianoforte e composizione. Ha iniziato la carriera come violinista solista, distinguendosi fin da subito per le sue doti interpretative. A soli ventun anni entra nell’organico dei primi violini dell’Orchestra del Teatro alla Scala e dell’Orchestra Filarmonica della Scala, ricoprendo anche il ruolo di concertino. La formazione come direttore d’orchestra avviene all’Accademia Musicale Chigiana sotto la guida di Myung-Whun Chung, ed è proseguita attraverso importanti collaborazioni come assistente di grandi maestri, tra cui Giuseppe Sinopoli e Valery Gergiev. Ha diretto orchestre di rilievo internazionale, tra cui: l’Orchestra e la Filarmonica della Scala, le orchestre dei principali teatri italiani (Massimo di Palermo, Petruzzelli di Bari, Verdi di Trieste, Carlo Felice di Genova, Lirico di Cagliari), la Royal Philharmonic Orchestra, la Simón Bolívar di Caracas, la Tokyo Philharmonic, la Tokyo Symphony e l’Orchestra del Teatro Bol’šoj di Mosca. Il lungo percorso orchestrale, vissuto sotto la direzione di alcuni dei più grandi direttori del Novecento – tra cui Riccardo Muti, Daniel Barenboim, Claudio Abbado, Valery Gergiev, Georges Prêtre, Carlo Maria Giulini, Lorin Maazel, Zubin Mehta, Georg Solti e Carlos Kleiber – gli ha permesso di sviluppare una profonda conoscenza della dinamica orchestrale e del lavoro in orchestra. Fondamentale è stata anche l’esperienza al fianco di Muti nelle prove con i cantanti, che ha affinato in lui una particolare sensibilità nell’accompagnamento vocale e nella preparazione del repertorio lirico.
Info: https://www.teatromassimo.it/event/fatalita/ Biglietti: da 12 a 30 euro
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Giovannella Brancato
Responsabile Ufficio Stampa
Fondazione Teatro Massimo
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