Il bilancio 2018 del Teatro Massimo di Palermo, chiuso con un utile netto di 87.125 euro, è stato approvato oggi dal Consiglio di indirizzo composto dal presidente Leoluca Orlando, dal vicepresidente Leonardo Di Franco, dai consiglieri Anna Sica, Daniele Ficola ed Enrico Maccarone e dal sovrintendente Francesco Giambrone. È il sesto bilancio consecutivo in utile, a conferma della condizione di stabilità dei conti consolidata negli anni attraverso politiche coerentemente finalizzate al contenimento dei costi e all’incremento dei ricavi propri, grazie ad azioni centrate sull’aumento della produttività e del riempimento delle sale e sul progressivo coinvolgimento di nuovi partner privati.
I dati di bilancio mostrano come il Teatro Massimo è cambiato negli anni, e permettono di ricostruire come era e soprattutto come è:
più aperto e più pieno: aperto tutti i giorni per le visite guidate e aperto 278 giorni all’anno per gli spettacoli. Un Teatro sempre più pieno, che nel 2018 ha raggiunto l’84,4% di riempimento della Sala Grande, con un incremento del 37,6% rispetto al 2013.
più giovane: circa 200 i bambini e i ragazzi che vivono l’esperienza del far musica insieme grazie al Coro Arcobaleno, al Coro di voci bianche, alla Cantoria e alla Massimo Kids Orchestra, mentre il numero di spettatori sotto i 35 anni ha sfiorato nel 2018 il 30% del totale degli spettatori.
più innovativo: definito da Google Arts and Culture “il più grande e innovativo monumento d’Italia dedicato all’opera lirica”, in scena e fuori, il Teatro Massimo ha puntato sull’innovazione: il gigantesco albero del Guillaume Tell di Rossini, le scene costruite con la stampante 3D di Fra Diavolo, l’App dedicata, la WebTv sempre più seguita, la biglietteria online con un aumento percentuale del numero di biglietti venduti su internet che rispetto al 2015 è stato del 208,4%, mentre su Facebook i like sono cresciuti del 186,1% dal 2014 al 2018.
più internazionale: nel 2018 il Teatro Massimo ha visto un significativo aumento di presenze internazionali, anche come effetto del fatto che Palermo è stata Capitale italiana della Cultura e sede di Manifesta 12. Ma all’estero il Teatro Massimo si è recato anche con le tournée (nel 2016 e nel 2019 in Oman, nel 2017 in Giappone) e facendo viaggiare le proprie produzioni. Nel 2018 le produzioni e coproduzioni di spettacoli del Teatro Massimo hanno coinvolto dieci tra Teatri ed enti internazionali, principalmente in Europa (7) ma anche in Russia e in Asia.
più solidale: L’impegno del Teatro Massimo nel sociale è stato costante in questi anni: nel 2018 il coro composto dai detenuti del carcere dell’Ucciardone ha eseguito le canzoni di De André nel Foyer del Teatro, L’elisir di Danisinniha coinvolto gli abitanti dello storico quartiere di Palermo, Piazza Massimo ha offerto in diretta su maxischermo le opere eseguite in Sala Grande con la formula “una sedia, un euro”, che ha permesso a migliaia di persone di seguire all’aperto le opere in contemporanea con chi si trovava all’interno del Teatro.
Nonostante le politiche di rigore e di contenimento della spesa realizzate nell’arco del mandato, la Fondazione ha vissuto una fase di sviluppo caratterizzata dall’incremento costante della produzione e della qualità delle attività con risultati importanti che sono stati riconosciuti dal pubblico e dalla stampa internazionale (compreso un articolo apparso sulla prima pagina del New York Times) e confermati dai dati quantitativi e dagli indici oggettivi di performance. Da notare la riduzione molto significativa del contenzioso: negli ultimi cinque anni, è stato definito il 78,2% del contenzioso passivo totale preso in carico dall’ufficio contenzioso. Tutti gli indicatori di performance sono positivi e l’analisi del loro andamento nell’arco del quinquennio di mandato conferma un trend costante che, unito al risultato di bilancio, conferma che la Fondazione è in crescita rispetto a tutti gli obiettivi strategici e programmatici.
Una riflessione particolare merita l’andamento dei ricavi derivanti dai Soci pubblici che nell’esercizio 2018 ha registrato, nonostante tutti i parametri di produttività e qualità fossero in miglioramento rispetto all’esercizio precedente, una contrazione dell’intervento dello Stato, effetto della riduzione del contributo FUS, e un incremento correttivo del Comune di Palermo teso a riequilibrare la situazione determinatasi ad esercizio praticamente concluso (ottobre 2018). Per quanto riguarda il Socio Regione va registrata positivamente la capacità della Fondazione di intercettare fondi non inizialmente previsti attraverso un bando dell’Assessorato regionale al Turismo che ha premiato la coproduzione internazionale di Rigoletto con la regia di John Turturro.
Una riflessione specifica merita la principale risorsa della Fondazione, il capitale umano. Per effetto delle azioni intraprese con il Piano di risanamento 2016-2018, la Fondazione registra oggi una dotazione organica di personale a tempo indeterminato inferiore a quella originaria del Piano stesso. Particolare attenzione si è riservata a tutte le azioni volte alla formazione, specializzazione, motivazione e valorizzazione delle risorse umane. Va infine rilevato come, rispetto al 2017, migliorino sia il rapporto tra spettacoli e numero medio di dipendenti (+9%) che il rapporto tra valore della produzione e numero di dipendenti, a conferma del miglioramento della produttività del personale. Così come si riduce lievemente la percentuale di dipendenza dai contributi pubblici mentre migliorano significativamente l’occupazione media della Sala Grande, il cui tasso passa dall’80,3% del 2017 all’84,4% del 2018, e l’incasso medio per spettatore, da 24,20 euro del 2017 a 25,50 euro del 2018.
La Fondazione nell’arco del 2018 ha proseguito attività di grande valore sociale che hanno sempre di più radicato il Teatro nel territorio e nella comunità e allo stesso tempo ha continuato a sviluppare una forte tensione per l’innovazione dei linguaggi, sia nel campo della scena che in quello della comunicazione, che la hanno fortemente caratterizzata negli ultimi anni. Sono proseguite nel 2018 tutte le azioni che stanno caratterizzando la Fondazione per il suo progetto di teatro di comunità con interventi su territori ad alto rischio di esclusione, in quartieri ad alta densità di criminalità organizzata, e di beneficienza nei confronti di associazioni di volontariato attive nel campo della ricerca scientifica, dei diritti umani e dell’accoglienza ai migranti. Queste attività, ormai strutturate e organiche, hanno contribuito a delineare in maniera netta il profilo della Fondazione, differenziandola rispetto alle altre Fondazioni lirico-sinfoniche italiane e restituendole un ruolo preciso nella comunità di riferimento. Al riguardo vanno sottolineate tutte le attività effettuate dalla Fondazione finalizzate alla diffusione e presenza attiva sul territorio (Operacity a Danisinni, Piano City, le attività dedicate alle formazioni musicali formate da bambini, Piazza Massimo con la proiezione in diretta su maxischermo delle opere dalla Sala Grande con la formula una sedia, un euro) e quelle di innovazione (dall’uso dei social media alla creazione della Web Tv della Fondazione che trasmette gratuitamente in streaming tutte le produzioni) che hanno contribuito in maniera non indifferente al miglioramento delle performance.
Per il sindaco Leoluca Orlando, presidente della Fondazione Teatro Massimo, «questo resoconto annuale presenta dei risultati e delle attività che confermano come il Teatro Massimo sia una delle eccellenze di Palermo. Una istituzione culturale profondamente connessa alla città e alla comunità; un Teatro che è esso stesso una comunità di artisti, lavoratori, dirigenti che hanno scommesso sul proprio rilancio anche in chiave internazionale e di proiezione nel mondo. È per questa ragione che il Massimo è uno dei simboli di Palermo e ne rappresenta i bisogni, le istanze, i valori, in rete con le altre istituzioni culturali. Ritengo che questa capacità di scommettere e questa relazione con la comunità siano il cuore del contributo che il Teatro Massimo ha dato alla città nell’anno in cui Palermo, ospitando la Biennale Internazionale di Arte contemporanea “Manifesta” e rivestendo il ruolo di Capitale Italiana della Cultura, ha sancito in maniera definitiva il passaggio da “capitale della mafia” a “capitale delle culture”, segnando così un cambiamento profondo, radicale e irreversibile della città rispetto a un passato che abbiamo alle spalle».
L’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao, intervenuto in rappresentanza del presidente Musumeci, ha definito il Teatro Massimo «una straordinaria impresa culturale, non solo per la cultura che produce, ma perché integra la capacità di far cultura con la capacità di avere conti in regola, di saper finanziare progetti, di saper utilizzare le opportunità, di saper agganciare le risorse. Una grande impresa che dà lavoro, che produce innovazione, che produce relazioni internazionali, che è stata protagonista della stagione di Palermo Capitale Italiana della Cultura, un elemento essenziale dell’offerta culturale della Sicilia, in quello sforzo che il governo regionale sta facendo di far sistema tra i vari soggetti» e ha sottolineato l’importanza del ruolo dei privati, pur sottolineando il «divario drammatico evidenziato dalla Corte dei Conti che mostra un paese drammaticamente diviso; la Regione chiederà di introdurre meccanismi di perequazione e di riequilibrio, perché in un territorio come quello siciliano dove c’è una rarefazione del tessuto imprenditoriale l’incentivo alla partecipazione del privato deve essere maggiore».
Il sovrintendente Francesco Giambrone ha sottolineato come «i numeri in questo caso raccontano il percorso che si è fatto. Il sesto bilancio in utile consecutivo ci conferma un dato per noi molto significativo, perché ci permette di guardare al futuro con serenità, la serenità che è stata espressa poco fa in consiglio di indirizzo dal presidente del collegio dei revisori dott. Graffeo con la frase “i conti della Fondazione sono in sicurezza”. Questa sicurezza ci permette di guardare al futuro continuando il percorso di questi anni, con un teatro più aperto e più pieno, più giovane, più innovativo, più internazionale e più solidale».