Grande successo al Teatro Massimo per La Bella Addormentata. Tripudio per la nuova coreografia di Matteo Levaggi e per il Corpo di ballo. L’assessore regionale al Turismo Pappalardo: “Volontà di costruire insieme a partire dalle eccellenze dei Teatri”.
Applausi a scena aperta sin dai primi minuti e un tripudio alla fine dello spettacolo. La prima della nuova creazione de La Bella Addormentata di Čajkovskij riletta dal coreografo Matteo Levaggi e interpretata dal Corpo di ballo del Teatro Massimo ha riscosso un successo straordinario. Sala Grande stracolma, sul Palco Reale tra gli altri Leoluca Orlando, sindaco e presidente della Fondazione e Sandro Pappalardo, neo-assessore al Turismo della Regione siciliana, presente per la prima volta a Teatro nelle sue vesti istituzionali. Una coreografia poetica e sorprendente in cui Matteo Levaggi, coreografo residente al Teatro Massimo per il 2017, ha importato una serie di suggestioni che arrivano sia dal celebre cartone animato di Walt Disney del 1959 che dal recente film “Maleficent” (2014) con Angelina Jolie nei panni della strega malvagia.
“Ho partecipato in questi giorni agli spettacoli nei grandi Teatri siciliani per dare un segnale positivo, un segnale di vicinanza – ha detto Pappalardo – e per testimoniarne l’importanza per il sistema culturale e turistico della Sicilia, come questo balletto, che ho molto apprezzato, conferma. C’è una profonda volontà di costruire insieme”. “Sono soddisfatto di questa straordinaria conferma dell’eccellenza del Corpo di Ballo che è uno dei quattro esistenti a livello nazionale nei Teatri lirici. Ho apprezzato il tocco ‘calviniano’ di questa esecuzione che è riuscito a coniugare la leggerezza e la forza di Čajkovskij”.
Orlando, con il sovrintendente Francesco Giambrone, si è intrattenuto nel foyer con l’assessore Pappalardo, insieme con il direttore artistico Oscar Pizzo, il direttore operativo Elisabetta Tesi, rappresentanti dell’Orchestra del Teatro Massimo. Applauditissima l’Orchestra diretta da Farhad Mahani, le scene di Antonino Di Miceli, le luci di Fabio Sajiz, e i costumi post-romantici ideati dagli allievi del master di Costume dell’Accademia Costume & Moda di Roma coordinato da Andrea Viotti.
Nella creazione di Levaggi, i personaggi sono colti in nuovi aspetti: la piccola Aurora (Romina Leone, secondo cast Yuriko Nishihara) è un’orfana, libera e intraprendente come una ragazza contemporanea, che vive in un incantevole palazzo con un paggio (Alessandro Cascioli, secondo cast Giovanni Traetto). Vuole decidere della propria vita, e senza bisogno di una Fata. Si addormenta pungendosi con un mazzo di rose. En travesti non soltanto la Fata Carabosse (come in Petipa), ma anche quella dei Lillà, interpretate rispettivamente da Vincenzo Carpino (secondo cast Riccardo Riccio) e da Andrea Mocciardini. Il principe è Michele Morelli (secondo cast Alessandro Cascioli). Fosco, il danzatore Vito Bortone (secondo cast Emilio Barone), è invece il braccio destro della strega Carabosse. Tutti danzatori della casa, impegnati e complici di quest’intenso percorso creativo.
“Un sogno in cui mondi ed epoche diverse si incontrano in totale libertà creativa, la mia totale passione per il mondo adolescenziale trova in questo balletto la sua apoteosi”, dice Levaggi. Lo spettacolo andrà in scena fino al 28 dicembre.