This content is available in Italian only.
La grande étoile Svetlana Zakharova per la prima volta a Palermo. Protagonista di Giselle al Teatro di Verdura con il Corpo di ballo del Teatro Massimo. Con lei Denis Rodkin, primo ballerino del Bol’šoj di Mosca. La prima in programma domenica alle 21.30, repliche martedì e mercoledì.
Per il Financial Times è “la Regina indiscussa, più bella che mai, incantevole nei ruoli che interpreta, in assoluto la prima ballerina del momento”. Lei è Svetlana Zakharova, étoile del Balletto del Teatro Bol’šoj di Mosca e del Balletto del Teatro alla Scala di Milano, che sarà protagonista di Giselle in scena domenica 16 alle 21.30 al Teatro di Verdura per “Summerwhere”, la stagione estiva del Teatro Massimo di Palermo, con l’Orchestra e il Corpo di Ballo del Teatro Massimo (e poi in replica martedì 18 e mercoledì 19, sempre alle 21.30). La prima volta a Palermo per Svetlana Zakharova. Accanto a lei, nel ruolo di Albrecht, Denis Rodkin, primo ballerino del Bol’šoj. Direttore Alexei Baklan, allestimento del Teatro San Carlo di Napoli, coreografia di Ricardo Nuñez ripresa da Patrizia Manieri, scene di Raffaele Del Savio, costumi di Giusi Giustino, luci di Bruno Ciulli.
Nata a Lutsk, in Ucraina, Svetlana Zakharova nel 2003 è entrata a far parte del Balletto del Teatro Bol’šoj, allieva di Ljudmila Semenjanka. Dal 1999 è regolarmente guest artist nelle più prestigiose compagnie di balletto del mondo, tra cui il New York City Ballet, il Bayerisches Staatsballett, l’Opéra di Parigi, il Nuovo Teatro nazionale di Tokyo, l’American Ballet Theatre, l’Hamburg Ballet. Dal 2007 è étoile del Teatro alla Scala di Milano.
Rodkin, nato a Mosca, si è esibito da solista nei maggiori balletti del repertorio classico e contemporaneo, tra i quali: La bella addormentata con coreografia di Marius Petipa e Romeo e Giulietta nella versione di Jurij Grigorovič; Carmen-Suite con coreografia di Alberto Alonso.
Myrtha è Maria Chiara Grisafi; Hilarion è Riccardo Riccio; Berthe, madre di Giselle, è Elisa Arnone; Wilfred, amico di Albrecht, è Fabio Correnti; Bathilde, fidanzata di Albrecht, è Noemi Ferrante. Il Duca di Curlandia è Gaetano La Mantia; contadini Alessandro Cascioli, Michele Morelli, Yuriko Nishihara, Marta Marigliani; due Villi sono Moyna Chiara Sgnaolin, Zulmé Jessica Tranchina.
Giselle, ou les Wilis (Giselle, o le Villi) nacque da un’idea letteraria di Théophile Gautier, il quale si basò sul trattato di Heinrich Heine De l’Allemagne. Il poeta romantico – come racconta Silvia Augello nell’introduzione all’opera sul programma di sala – rimase incantato dalla leggenda delle Villi, spiriti di giovani donne abbandonate o tradite defunte prima delle nozze, che troveranno la pace solo dopo aver fatto danzare fino alla morte gli uomini che sono stati la causa delle loro sofferenze. Gautier collaborò con Jules-Henri Vernoy de Saint-Georges e insieme scelsero di dare un antefatto alla leggenda delle Villi per completarne la storia.
Per la composizione della musica si scelse Adolphe Adam, il quale completò la partitura in appena tre settimane. La novità sta nell’originalità, Adam non prese in prestito le musiche da altri balletti (prassi molto comune al tempo) ma la compose apposta per l’occasione.
Giselle andò in scena all’Opéra il 28 giugno 1841 nella coreografia firmata da Coralli ed ebbe enorme successo, che immediatamente echeggiò nella moda parigina (dove si lanciarono un fiore Giselle, una seta Giselle), provocò imitazioni nel teatro drammatico e nell’opera lirica.
Un altro grande spettacolo di danza per la stagione del Teatro Massimo, e un’altra grande esperienza per il suo Corpo di ballo dopo Omaggio a Martha Graham a novembre dello scorso, prima occasione della storia in cui la grande compagnia americana ha danzato insieme a un altro Corpo di ballo; Schiaccianoci a dicembre che ha visto debuttare in un’intera coreografia l’étoile della danza Giuseppe Picone; Trittico contemporaneo ad aprile scorso che ha presentato sula scena tre lavori di grandi maestri della danza, appartenenti a tre generazioni diverse: Matteo Levaggi, Johan Inger, Jiří Kylián.
Il Teatro Massimo è una delle quattro fondazioni liriche italiane che mantiene un suo Corpo di ballo. La compagnia è costituita da trenta tersicorei che arrivano anche a quaranta in relazione alle esigenze di produzione, di cui cinque stabili. Tutti insieme fanno cinque produzioni all’anno. La settimana scorsa il Tg2 ha dedicato una lunga pagina al Corpo di ballo del Teatro Massimo nell’ambito di un dossier sui quattro Corpi di ballo stabili rimasti in Italia.
“Un grande teatro d’opera italiano che riceve finanziamenti pubblici – dice il sovrintendente Francesco Giambrone – ha una funzione sociale, educa e forma il suo pubblico, che deve potere conoscere i linguaggi contemporanei non solo nella lirica e nella concertistica ma anche nella danza. E questo anche se un balletto ‘vale’ molto meno di un’opera, in termini di punteggio, ai fini dei finanziamenti ministeriali. L’associazione nazionale fondazioni liriche si è data il compito di fare girare le compagnia esistenti nei teatri lirici che ne sono privi. I quattro corpi di ballo italiani sono geograficamente strategici. Palermo potrebbe per esempio coprire il centro sud e le isole”.
A Palermo si è fatta la scelta di un coreografo residente che cambia ogni anno, una scelta che non fanno gli altri teatri italiani e che è molto utilizzata nel nord Europa. Il primo anno è stato Levaggi, il secondo Fabrizio Monteverde. “Questa scelta – aggiunge Giambrone – per garantire che ogni anno ci sia un approfondimento nella direzione di una nuova coreografia d’autore, con una persona che lavori ogni anno con la compagnia. La compagnia così cresce a contatto con coreografi contemporanei, mentre il coreografo ha la possibilità di elaborare un progetto con artisti di un grande teatro d’opera”.
“Questa Giselle è un grande momento di orgoglio per noi – dice il coordinatore del Corpo di ballo del Teatro Massimo, Marco Bellone – credo che sia importante in questo periodo storico di grandi difficoltà per il mondo della danza in Italia, essere tutti coesi e renderci parte attiva di un nuovo rinascimento della danza, sperando che a breve di possa contare almeno su un Corpo di ballo in ogni regione d’Italia”.