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Il 3 ottobre le Variazioni Goldberg suonate dal grande pianista Ramin Bahrami. È considerato uno dei più interessanti interpreti viventi di Bach. Incontri e prove aperte lo vedranno protagonista per tre giorni a Palermo. Il concerto inaugura il Festival delle Letterature migranti.

Secondo il giornale tedesco Leipziger Volkszeitung è “un mago del suono, un poeta della tastiera, un artista straordinario che ha il coraggio di affrontare Bach su una via veramente personale”. Di certo Ramin Bahrami è considerato uno tra i più interessanti interpreti bachiani viventi a livello internazionale. E sarà lui a inaugurare, martedì 3 ottobre alle 20.30, il Festival delle Letterature migranti con un concerto al Teatro Massimo di Palermo che lo vedrà impegnato nelle Variazioni Goldberg di Bach. Un concerto storico, che fa parte di un più ampio “Progetto Bahrami”  che vedrà un calendario di incontri e prove aperte e che nasce dalla sinergia tra il Festival delle Letterature Migranti, la Fondazione Teatro Massimo,  il Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Palermo e l’Associazione Amici del Teatro Massimo, primo esempio di una serie di “monografie” dedicate a musicisti la cui esperienza costituisca, in senso biografico e culturale, un esempio emblematico di dialogo fra culture e tradizioni diverse.
Ramin Bahrami, infatti, sia come uomo che come artista, rappresenta un ponte tra Oriente e Occidente. Nato a Teheran nel 1976, ha vissuto molti anni in Italia (dov’è giunto in esilio con la sua famiglia) e risiede attualmente in Germania. Concepisce la musica quale linguaggio senza confini e descrive la figura di J.S. Bach come quella di un “grande viaggiatore”, che – pur senza mai uscire fisicamente dai confini della Germania – era capace di far migrare verso le sue opere i ritmi, le melodie, i linguaggi di popoli e tradizioni lontanissimi fra di loro. 

Il programma prevede martedì 3 ottobre, alle 18, prima del concerto, un incontro a Palazzo Branciforte (Sala dei 99) in cui il compositore Marco Betta e il musicologo Dario Oliveri (direttore della sezione Musica del Festival delle Letterature migranti) raccontano le Variazioni Goldberg. Il giorno successivo, mercoledì 4 ottobre alle 15, Bahrami si confronta con gli allievi del Conservatorio Bellini durante un incontro intitolato “Come Bach mi ha salvato la vita”. Sempre mercoledì ma alle 18, a Palazzo Branciforte, “Il suono dell’Occidente”, una conversazione tra il pianista, il direttore del Conservatorio Daniele Ficola, il direttore artistico del Festival delle Letterature migranti Davide Camarrone e Dario Oliveri. Giovedì 5 ottobre un calendario di eventi al Conservatorio Bellini.

Bahrami, allievo di Piero Rattalino al Conservatorio di Milano (dove si è diplomato con il massimo dei voti e la lode), ha proseguito i suoi studi all’Accademia Internazionale di Imola e alla Musikhochschule di Stoccarda, perfezionandosi al fianco di Robert Levin, András Schiff, Rosalyn Tureck e Alexis Weissenberg. Fra le tappe cruciali della sua carriera si ricordano i recital alla Wigmore Hall di Londra e al Festival de La Roque d’Anthéron; l’esecuzione dell’Arte della Fuga nell’ambito del Festival Internazionale di Brescia e Bergamo; l’invito dell’Accademia di Santa Cecilia a prendere parte al ciclo di concerti “Piano Solo”, al fianco di solisti come Daniel Barenboim, Evgenij Kissin, Maurizio Pollini, Grigory Sokolov e Jean-Yves Thibaudet. Incide in esclusiva per la Decca-Universal (che ha pubblicato nel 2009 un cofanetto di sei cd interamente dedicati alla musica di Bach) e ha ottenuto un grande successo internazionale al fianco dell’Orchestra del Gewandhaus di Lipsia diretta da Riccardo Chailly. Nel suo ultimo disco, appena pubblicato, reinventa la musica di Bach al fianco di una star del pianoforte-jazz come Danilo Rea.